E farci poi creature

La ricerca di identità, seguita alla morte di suo padre, spinge una riflessione che ha radici legate al concetto di origine, territorio, antropologia sociale.

In un percorso a ritroso, iniziato nell’orto in cui si snodava parte del rapporto filiale, ricompone simboli ed elementi connessi all’identità di donna che va oltre lo stereotipo di certa cultura.

Non ci sono nella narrazione esodi bensì un’evoluzione intima raccontata nell’assenza di un uomo, pur presente attraverso una fitta corrispondenza di lettere tra padre e figlia e tra padre e madre riscoperti come persone altre dal corpo d’origine.